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Odontoiatri. Imposte e Contributi

Odontoiatri. Imposte e Contributi

Dopo aver affrontato e superato esami universitari che ci sembravano insormontabili e dopo aver ottenuto un importante riconoscimento accademico con il conseguimento della Laurea, dobbiamo, almeno per un attimo, mettere da parte la teoria e concentrarci sugli aspetti pratici della vita professionale.
Sono molte le domande che ci poniamo nel momento in cui ci si appresta a delineare la propria vita lavorativa e la relativa attività professionale. Dopo una fase di riflessione più o meno lunga valutiamo tutti i pro e i contro e decidiamo di metterci in proprio. Da questo momento in poi sorgono quesiti di tipo economico, fiscale e previdenziale che esulano dalle nostre competenze tecniche.
Devo aprire la partita iva? Quanto mi costa? A quanto ammontano i contributi previdenziali annui? Ho le risorse finanziarie per aprire uno studio? Ci sono finanziamenti agevolati? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che ci poniamo o che, peggio ancora, non vengono minimamente considerati nella fase iniziale di una qualsiasi attività professionale.
Avere le idee chiare ed avere contezza dei vantaggi e degli svantaggi economici e fiscali della propria attività lavorativa può rappresentare la base per il successo o l’insuccesso dell’attività professionale, in particolar modo nei primi anni di vita della stessa. In questo articolo cercheremo di rispondere brevemente alle domande più comuni, richiamate in precedenza, che riguardano gli aspetti economici, fiscali e previdenziali della professione di Odontoiatra, con particolare attenzione ai soggetti più giovani che vogliono mettersi in proprio.

Partita IVA. Obblighi e Regimi Fiscali
L’apertura della Partita IVA per coloro che svolgono in maniera abituale un’attività di lavoro autonomo, anche se non esclusiva e continuativa, è obbligatoriamente prevista dalla Legge. Pertanto, tralasciando l’ipotesi di professione svolta occasionalmente o di attività esercita come dipendente o dietro altra forma contrattuale, sorge in capo al lavoratore autonomo abituale l’obbligo di richiedere un “numero” (cd. Partita IVA) con cui identificare in maniera univoca la propria attività. Con l’apertura della Partita IVA bisogna scegliere il regime fiscale in cui ricadrà il professionista. Il regime fiscale non è altro che un insieme di regole fiscali che si applicano ad un determinato soggetto.
Vediamo ora quali regimi fiscali è possibile scegliere. Dal 2016, per coloro che avviano un’attività professionale, indipendentemente dall’età, la scelta ricade tra regime semplificato e regime forfettario. Il primo è il regime naturale ed è il più “costoso” dal punto di vista fiscale; il secondo, invece, è un regime agevolato con risparmi significativi in termini di imposte dovuto dal professionista. Tralasciamo in questo contesto il regime semplificato e ci concentriamo sul regime agevolato. Quest’ultimo, se scelto, presenta una serie di vantaggi, tra cui: (1) un’imposta reddituale pari ad appena il 5% del reddito per i primi 3 anni e al 15% per gli anni successivi; (2) fatture o ricevute senza applicazione dell’IVA; (3) reddito determinato forfettariamente. A titolo esemplificativo, nella tabella seguente sono riportate le imposte reddituali annue che un professionista con regime agevolato pagherebbe nei primi 3 anni di attività. Rispetto ai soggetti con regime semplificato che versano l’IRPEF la convenienza fiscale è palese.

Ricavi in euro      Imposte reddituali
  10.000                                 390
  20.000                                 780
  30.000                             1.170

Per accedere al regime fiscale agevolato sono richiesti dei requisiti che brevemente vengono illustrati: (1) Non aver superato il limite di 30.000 euro di ricavi o compensi nell’anno solare precedente; (2) Non aver sostenuto spese per lavoratori dipendenti superiori a 5.000 euro; (3) non aver sostenuto costi per beni mobili strumentali (es. riunito odontoiatrico) superiori a 20.000 euro. Non vanno considerati nel calcolo i beni immobili e i beni di costo inferiore a 516,46 euro.

Contributi Previdenziali
Oltre il pagamento delle imposte reddituali, in capo a tutti gli Odontoiatri iscritti al relativo Albo professionale sorge l’obbligo di versamento dei contributi previdenziali, dal mese successivo all’iscrizione all’Albo stesso. L’Ente di riferimento per la contribuzione obbligatoria degli Odontoiatri è l’ENPAM.
I contributi previdenziali annui dovuti si compongono di una Quota A Fissa ed una Quota B Proporzionale al reddito.
La Quota A è un contributo fisso, ed è dovuto in misura differente a seconda dell’età anagrafica del professionista. Nella tabella seguente vengono riportati gli importi dei contributi minimali aggiornati al 2016, comprensivi del contributo di maternità.

Età in anni                                                       Quota A in euro
  Fino a 30                                                                           271,88
  30-35                                                                                  472,21
  35-40                                                                                  834,42
  Oltre 40 (con contribuzione ridotta)                       834,42          
  Oltre 40 (senza contribuzione ridotta)               1.491,06

In aggiunta, per i professionisti che nel corso dell’anno precedente abbiano avuto un reddito professionale netto superiore a 5.563,04 euro per gli iscritti con età inferiore a 40 anni oppure 10.273,85 euro per gli iscritti di età superiore a 40 anni è dovuta anche la Quota B Proporzionale al reddito. In particolare per la parte di reddito eccedente il minimale è dovuto al fondo di previdenza il 13,50% del reddito professionale sino all’importo di 100.123,27 euro. Oltre tale soglia è dovuto l’1% sull’eccedenza. Tutte le suddette soglie vengono aggiornate annualmente dall’ENPAM.
Si ricorda che le suddette regole valgono per tutti quei professionisti che non sono iscritti ad altra forma di previdenza obbligatoria o a Fondi Speciali di previdenza ENPAM.

Finanziamenti Agevolati
L’ultimo scoglio da superare nel caso si voglia aprire uno studio medico è rappresentato dalla necessità di risorse finanziarie nei primi anni di attività. Qualora non si disponesse di mezzi propri da investire, numerose sono le opportunità offerte da Fondi Pubblici Nazionali e Regionali. In particolare, tra le forme di finanza agevolata più conveniente esiste la possibilità, per i giovani fino a 29 anni, di accedere ad un fondo pubblico che prevede un finanziamento senza alcun interesse per importi fino a 50.000 euro. La domanda di agevolazione può essere presentata dal 1 Marzo 2016. Il finanziamento agevolato è rivolto non solo a soggetti singoli ma anche a società costituite tra professionisti.

Ulteriori Informazioni
Per ulteriori informazioni è possibile contattare direttamente lo Studio Commerciale Sangiovanni

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